"símbols trobats" [=found symbols] by portolà group

   

   

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irst identity.

il paziente crede di essere

Il paziente crede di essere
    un’aquila in volo
    un aerostato
    un topolino indifeso
    un minacciato indistinto
    di nuovo un’aquila
    un’operazione di salvataggio
    una difficoltà percettiva
    un testimone di eventi raccapriccianti
    un inseguito
    una linea in terra
    un foro indistinto in terra, in cui la linea si interrompe
    l’arrivo imminente (parla in astratto, non riesce a spiegarsi)
    un particolare impiegato, dotato di nome e cognome, tuttavia ignoto
    un treno giocattolo
Si riscuote. Parla amabilmente con il dottor Lacroix, ospite come me nella struttura.
ore 16
Il paziente riferisce di aver patito molto, e visto delle nuvole importunarlo infiltrandosi nella stanza.
ore 16:40
Il paziente ha indossato un largo mantello scuro e si aggira per la stanza piegato quasi a terra. Il fenomeno dura già da qualche minuto.
ore 17:30
Incredibile energia. Continua tutt’ora. Gira per la stanza con le ginocchia quasi ad angolo retto, senza fermarsi un istante. Il mantello batte in terra.
ore 19:30
Continua freneticamente. Richiudiamo lo spioncino e andiamo a mangiare.
ore 23:30
Idem. Si va a dormire.
mercoledì, ore 9:30
Squilla un telefono fisso in camera del paziente. Non ha telefono né fisso nè mobile e la cosa ci insospettisce. Sentiamo anche un paio di acuti di sassofono, o di qualcosa che gli assomiglia. Apriamo lo spioncino e già al primo sguardo ci rendiamo conto che è avvenuto qualcosa di orribile.

   

datteri, dattili

   
ma hai capito cosa ha scritto o il tuo è un intervento casuale? hai letto cosa ha scritto? ne stai veramente parlando? o stai appena rendicontando al tuo passato – alle tue classi elementari medie superiori – lo stato presente di quel che ti sei lasciato persuadere a credere pagina tua? sarà un esercizio di sintassi? hai tirato le somme o solo individuato gli addendi separandoli col grande acume che tutti ti riconoscono? la leggi la lingua inglese o fai solo finta? e l’italiano? lo leggi quello che citi o il fatto di citarlo è un sottoinsieme della rubrica “scarico di coscienza”? scarichi i polmoni sospirando di noia o è tutta materia anatomica?
    

sapie

  
La conoscenza è tutto quello che abbiamo. Urlano i cani ma noi con la conoscenza sconfiggiamo i cani e il loro urlare.

Nelle buie notti della preistoria i lupi si approssimavano in inverno alle entrate delle grotte, delle gole innevate, ma noi con la conoscenza li discacciavamo.

Vi erano dubbi sulla natura delle stelle ma la conoscenza li ha fugati. Si guastano si producono molti guasti che la conoscenza ripara.

La conoscenza aiuta l’uomo ricco di spirito ad affrontare il cammino irto di minacce, e le minacce si dileguano. La conoscenza gli illumina la via.

Con la luce della conoscenza le tenebre si dissipano, i cani e i ghiacci si dissipano, le stelle appaiono chiare nel loro corso e i lupi giacciono riversi.

Senza conoscenza l’uomo si abbatte e giace prono in miserevoli condizioni, prostrato dalla fame, dal freddo e dal dolore di infiniti patimenti e fatiche.

Con la conoscenza l’uomo raggiunge la conoscenza e non più si prostra, anzi si erge e sconfigge: la fame, il freddo, il dolore, la fatica, i suoi nemici.

La conoscenza evita refusi e inutili ritorni sul già noto. La conoscenza è una benedizione che risolve l’annoso problema della mancanza di conoscenza.

Essa conduce l’uomo virtuoso a vivere pienamente la propria vita come egli desidera e ad essere padrone e principe del proprio destino.

Con la conoscenza, il freddo la miseria la fame la burocrazia la guerra l’accidia la sofferenza divengono lontani ricordi e la verità albeggia nuova dimora.

Chi conosce dimora nel vero e apprende la gioia d’amare e d’essere amato. La conoscenza porta all’amore, non si è più soli, si è con la conoscenza.

La conoscenza apre porte in infinita serie: lavoro, casa, riparo, tetto, colori, gioia, musica, serenità, spazio, tutto ciò che si desidera.

Si dimora nel giusto e nel bene, senza più dubbi e timori. Le conoscenze sono tutto nella vita. Senza conoscenze non andrai da nessuna parte.


      

guarda è stupendo non c'è nemmeno un cliché nel tuttolibri del 6 luglio

“ho sfondato nel calcio con il gabbiano livingston”
nella venezia del 1500 il trionfo dell’amore
i sogni e le paure di un ragazzo sono incisi nelle foglie
con manganelli un prestigiatore sulle vie d’oriente
tra i fratelli bob e jim il padre che non muore mai
il bosco sussurra dure lezioni di vita
una penna di pavone per la fata di kabul
“il gas naturale ci impedirà di andare a fuoco”
rara rugiada divina per gli ebrei italiani
nelle praterie del web fioriscono idee ed estremisti
ho amato roth nell’isola di samos
nella lotta al terrore muore la giustizia
un’estate senza saggi

lost feedback tribes charge orthodox physicists now

       
the physical universe is an excellent reason why your disc should right now be divided into three areas: “topic tapes”, “potted begonia” and “leonid brezhnev”.
bad encounters with the cyclone structure of the bubblelike expansion of orthodox scientific dogmas are often labelled as “vacation” or “money pollution”.
reincarnation weather patterns describe all the available oily porn scenes from neutron stars colliding.
is copper indicated in galaxies anti oxidants? 
secret intelligence groups know rockefeller encyclopedia of births has been used during the huge laugh era. that era started jan. 1st, 2003. discrete units of freak remains of ancient roman laser weapons are scattered all around us. just take a look. you can find them anywhere.
         

ascensori

      
è stato sempre più facile non dirglielo. se glielo dici si offende, come si fa a dirglielo? si offende.
e (del resto): si offende comunque. ma se glielo dici si offende di più. la sua natura è tale. il suo equilibrio biologico è fondato sull’offesa. in qualche modo non si può evitare. alla fin fine – allora – uno non se ne cura. non se ne dà pensiero. tanto è uguale.
    

parallelo alla massa

gruppo di intervale, democratico
la balboa del fleabite fraternizza,
incivile acetico
considera è sempre almeno le molte galassie.

sonorous squeamish
(rotazione meccanica di base)
hotfoot
(senza rotazione meccanica di base)
riunione della canapa,
smerigliatrice del cattelan.
         

-dica _ [poesia di un solo verso]

    
Grazie dunque per questo reading, volevo dedicarlo e salutare anch’io Nunzia, Carmela, Flora e anche Rino, Gianrico, Martina, Dodi e Toni, Silvia e Cathy, vorrei comunque ringraziare Lodovico, Riccarda, Ciro e Bodo per il loro insostituibile appoggio. Miriam e Salerna per il montaggio e lo smontaggio. Ciro Q. e Bodo M. per la cura degli alias. Un saluto speciale a tutti quelli che leggono questa poesia, a tutti quelli che la amano e anche a tutti quelli che la odiano. Love will save us all. Hate too. Tutto ci salverà. Dedico questo apoftegma a Padre Americo, a Pasquale e a Ido e Ivo, i fratelli, e anche a Isa e Raniero, che si sono impuntati e fanno resistenza. Love will melt us all. Grazie a Christian e Lorenzo, che da tanti anni si appassionano e versano lacrime. Un ciao gioioso e un carme a Daniela e Daniel, a Giorgio e Giorgio e Giorgio, ad Andrea e Andrea e Andrea e Andrea e Andrea e Andrea e Andrea e Andrea e Andrea e Andrea e Andrea e Andrea e Andrea (gli ultimi 2 da intendere come femminili, perché è anche un nome di donna). Dedico questa poesia anche a Pablo e Mat Bill, a Rutilio e Danzi, che ci fanno ridere con i loro sgargianti travestimenti. Senza di voi il mondo sarebbe più povero. Faccio ciao con la mano alla telecamera e levo alto il nome di Goli, Enzo, Piscatina, Raoul, Dina, Venanzio, Ranieri, Flavio e Flavio, Raeioul e Moreno, Bambi e Toscorama. Grazie per il vostro sostegno, per i blog, i siti, gli articoli, i baccanali e le allegre serate in compagnia. Non posso dimenticare Dao, Francesco F. e Francesco W., ospiti impagabili, Walter e Cianuto, Massimo e Massimo, con tutto lo staff della radio e la troupe e i clown del festival, grazie a tutti gli Alessandri e le Alessandre. Dedico questa poesia a Muhami e Denega, a Will e Santina, alle foto del cane Saint Just, e al detentore dei record di bevute: Lev, imbattuto e imbattibile. Un grazie cubitale a Nando e ai bar riuniti. Al caffè della signora Eleonora, che per dieci anni è stato il mio appuntamento fisso davanti alla biblioteca. Un evviva per Paola e le sue fotocopie, un abbraccio a Guglielmo che ha mollato Firenze all’improvviso, nello stupore di tutti: grande coraggio, che mi è stato d’esempio. Dedico questa poesia a Marco H. e a Danilo K., alla politica mai dimenticata, alle scelte sempre sopra le righe di Erik, con i suoi post spiazzanti. Stessa cosa per l’amico X., che non vuole essere nominato, ma che stimo al massimo grado. Dedico questa poesia a Fausta e a tutta Pantelleria. Alla città di Milano e in particolare a Ciccio. Come sapete non si può fare senza. Grazie soprattutto a Natale, che porta le melanzane sott’olio, impagabili. A Karina e a suo marito Nevio tutto il mio affetto e queste righe mai abbastanza generose verso la loro ospitalità. Al municipio di Radicofani, un inchino devoto. A Leone e Ramira, e al loro figlioletto Marino, tutto il mio affetto, e in cima la poesia che leggete. A Giulio, Elisa e Lorenzo, a Michele, Laura e Mariangela e Barbara, senza dimenticare Cupido, Miciccia e Totino, un grande abbraccio da estendere a Simona, Cecilia, Fabio, Luigi, Diego, Tito, Eva, Evita, Ruela, Massacarrara, Mariarosa, Loti e Lothar. Senza Jac e Gandolfo non avrei fantasia, non avrei immagini. Con questa poesia non posso non ringraziare anche Modu e Tanita, Claudio e Fiona, Chris soprattutto. Last but not least (anzi) ringrazio Ale, Susy e Cristina. Paolo e Paolo per Genova e Milano. Per Roma Andrea e Valeria, Valerio e Maria Teresa, Maria e il Conte. Grazie a Wes e a Emilio, a tutto l’ensemble dei grafici. Questa poesia è dedicata a loro. E a Monica, alle sue severissime mail. E ai miei cugini Pia Francesca Emilio Francesco Fabio Matilde. Agli zii Rosaria Giovanni Julia. Un abbraccio forte e speciale a zia Julia, voglio sottolineare. Senza Settimio e il suo camioncino questa poesia non sarebbe stata possibile. Grazie al Gabriele baffo nazionale anzi internazionale, e a tutto lo staff della villa. Dedico con slancio questa poesia a Stefano e ai video youtube che linka, alle cene da Daniela e Alberto, allo studio Matucci che sta sbrogliando il labirinto, e al notaio Bells che con pazienza ricostruisce i fili della matassa. Indispensabili. A Luigi un grazie particolare, per il suo ascolto. Così a Luigi e Luigi, anche, e a Luigi. Mi vengono in mente non a caso tutti assieme. Così come al magnanimo Carlo devo molto, anche sul piano del testo. Grande umanità e costante lezione, la sua. Un ciao dal passato e per il futuro agli amici Fabrizio e Fabrizio. La mia poesia è per Ugo: ricordi, Ugo? Bela Lugosi magnava i tosi, Otto e Ugo risotto al sugo. Quante risate ci siamo fatti. Ho cominiciato a tossire venerdì mattina entrando e ho smesso lunedì pomeriggio uscendo. Un’unica poesia dedicata alla tosse. Dunque ad Afra un nuovo grazie, anche per la pazienza: questo verso è per te, e per i due gatti anche, trasmettila loro tu stessa. A Laura e Nicolò, Elio e Giorgio, un pensiero grato. Come avrei fatto senza di voi? Per la pazienza e l’attenzione ospitale, e le tante noie stoicamente sopportate da voi, zii Titti e Marsilio, un grazie fortissimo e questa poesia. Dedico questa poesia a voi e al direttore della posta di via Cosio, a Giovanni e a Nina, a Minnie dei pacchi e a Minnie dei ccp. Senza i tubi e i cacciavite di Renato queste pagine non sarebbero mai andate a posto, grazie al Dottor Serafino e ai dottori Furio, Carlo, Alessandro, Ronaldo, Didier, Pasifae. Non mi sdebiterò mai con il macellaio Vito, l’affidabilità fatta mannaia. A Barbara del caf un sonoro thanks: salvezza in versi e in prosa. Questa poesia è dedicata a Kasey e a Ron, a Charles e a Pier Paolo, e ai video delle interviste in rete, e alle foto che scattano. Vorrei dedicare questa poesia al loro acume e a tutti i sorrisi virali che ci cambiano la vita, alla gioia dei bimbi, alla semplicità dei fiori. Al fioraio Ennio un colorato grazie. A Gina e Dino, i fruttivendoli dell’infanzia, una lacrima di felicità: quante arance e quante mele mi han cresciuto sano e robusto, sulla strada di una onesta adesione ai valori della verdura e della frutta patria. A Gino il portiere un ricordo romanista. A Savino anche, sempre rimpianto. A Maria un grazie per la pazienza e le raccomandate intercettate. Una grande squadra è niente senza un grande portiere. A Léon-Paul un bacio sul cranio per i taccuini e le traduzioni. Dedico questa poesia a Tel Quel, a Christophe, a Christophe sopra tutti. Come faremmo mai senza di lui? Quanto conta tutto il resto? Una domanda pungente che chiede a gran voce una risposta. Dedico eventuali risposte a tutte le redazioni di tutte le riviste. Un affabile abbraccio a Mario e Carlo, Agnese e Karl, Aretha e Zeno, Francesco, Elisa e Alina, Franco, Emmanuel, Pinuccio e la scimmia Fefè. L’ospitalità, l’ospite e l’ospite sono sinonimi e legatissimi. Un abbraccio che stringe assieme il mio pensiero e questa poesia vanno a Micol e Burcardo, a Omar e Ginevra, a Meiry e Gianni con il loro scooter anni Sessanta. A Giorgio marito di Meiry, e ai bimbi. Al casco girevole di Francesca, che va in moto senza guardare. Questa poesia è nata grazie a Gherardo e Andrea, e a loro è dedicata. Senza gite a Lione sarebbe stato tutto incommensurabilmente più complicato, questa poesia è dedicata a Lione e a Jean-Marie, a Rachel, Angela, a Claude, a Joe e Laure e ai due kids. Embraces. Senza la fontina di Radu non ci sarebbero state parole. Non c’è storia. Un grazie tonitruante però anche all’antistoricismo di Nanni, come al rigore di PostalMarket, formativo come nient’altro. Quale letteratura potrebbe fare a meno di Gabriel? Tutta quella che si può, tutta quella che si riesce a fare: a lui questa poesia, dunque, e a tutta la bianca candida città di Pisa, dove cantano a squarciagola i dedicatari pisani e senesi di questo mio non breve verso sciolto: Gommo e Casuario, Filiberto e Fisibusso, Mila, Maceria e Tanja, con i loro cani pastorizzati Guido e Nitro, più dolci del miele e zannuti quant’altri mai. Alla Facoltà di Lingue e a Micaela, Rori, Claudia e Piero, uno speciale e babelico grazie. Tutto viene da lì, erano finiti gli anni Ottanta e cominiciava un tentativo di cura. Grazie a Lelio e Laura, col cuore. Grazie a Giuliano e Gians, con voce ferma. Senza il decennio di silenzio non sarei stato in grado di capire granché, penso, ma senza l’interruzione di quel decennio le cose sarebbero finite lì: e allora grazie a Leopoldo e a Filippo che nel ’98 hanno ascoltato quel che avevo da dire. Così come ringrazio Oreste e Anna, quasi seconda famiglia per un tratto di tempo, di vita. Senza retorica. Veramente. Grazie ai loro figli, Marco e Mario. Grazie a Simonetto e Daria, a Cencio e alla maestra Liliana, la prima voce umana fuori casa. A loro dedico questa poesia.
   
[continua]
      

carta d'identità

   

ma quando tu vedi uno splendido panorama da lontano tu poi entri nel panorama sarà lo stesso splendido? 
o dentro di te ti convinci che è splendido a prescindere da te perché da fuori ci sarà qualcuno che vede lo splendido panorama e dirà che splendido panorama?
è il panorama splendido o è il di dentro di te che il hai scelto la carta da parati hm sì questa mi convince è splendida incollo questa?
pensi che dall’esterno ti vedono splendido? 
non ci credergli, fatti mostrare la carta da parati che usano, dicendo: bricconcelli.
eccetera.
dimostrati scaltro.
eccetera.
  
  

aggiornamenti

 

1. su nuovi argomenti pubblicano verso fine giugno un giovane poeta rainer maria rilke forse ex rdt? la sua voce cristallina ci dà una gioia nuovi argomenti.

2. è pieno di comunisti bisogna attendere prima di attraversare a guado il fiume di comunisti.

3. c’è un fiume di comunisti che discende dalle alpi è lo scioglimento dei ghiacci siamo in estate i turisti nel tirolo.

4. una volta sono stato al castello di duino in friuli era tutto innevato è comparso fra i ghiacci e le slitte un paragnosta il quale ha pronunciato queste parole:

5. (ha detto anche “5”, poi ha detto quello che segue): sarei lieto di presentarvi il sai baba, ma la sua anima non ha finito di intrecciare il cestello è lo stesso se conduco a voi il gabbiano jonathan livingston?

6. eravamo tutti molto delusi, ci siamo chiusi in noi stessi.

7. alcuni scafisti si sono rifiutati di firmare le cartoline. ero io testimone.