la faccenda va avanti per un po’, armstrong prende a raccontare dei suoi colleghi, dell’autovelox spaziotemporale, stacca la ricevuta dalle vibrazioni, che rimangono accanto alla parete, dice, io sono innocente, avevo messo uno spazio in fondo al nome, cantavo una canzone, per gioia pastorale, per amore, per adolescenza, per allenarmi, per sanremo…
ti crediamo, bob sai khrapa. il cibo è necessario alla vita del corpo, allo splendore dell’aura, un palloncino pesante che però si allontana verso il cielo, con i mig portapreti infastiditi dai riflessi degli zippo fuori fuoco, e dai turnisti della sda che consegnano i manganelli alle questure bruciando i carburatori. nafta a fiumi.
puoi dirmi che il rumore della forchetta sul piatto ha fatto impazzire il tuo cane, ma non puoi farmi credere che è per questo che vi siete gettati nel vizio.